Il surf potrebbe diventare il primo sport in California

Ah la California, questo stato affacciato sul lontano oceano, così spesso sognato e agognato da noi italiani cresciuti nel secondo dopoguerra, a suon di Rock ‘n’ Roll e film di Hollywood. La terra della Death Valley e del Golden Gate Bridge, delle mille canzoni a lei dedicate, meta di innumerevoli viaggi della speranza come di vacanze ricche e spensierate, casa delle più grandi aziende tecnologiche del pianeta, del gay pride e dei senzatetto. Ma soprattutto, terra di grandi spiagge di sabbia bianca, di palme, sole e mare, di ragazze sui roller blade col walkman e perizoma. Insomma, la patria e la mecca del surf mondiale.

Le location da film

Così tanto che a gennaio scorso due legislatori californiani hanno presentato una mozione per farlo diventare ufficialmente, non solo in pratica, lo sport “nazionale”. D’altronde il surf è davvero uno sport iconico per la California, la quale ospita un gran numero di manifestazioni e competizioni rinomate a livello mondiale e frequentate sia da surfisti locali che internazionali, come quelle di Trestles, Mavericks, Rincon e Huntington, ma soprattutto della famosissima Malibu, località così presente nell’immaginario collettivo americano da dare il nome all’indimenticabile bambola Malibu Stacy.

Il fatturato

Ma il mare e le tavole e le onde non sono, evidentemente, l’unico motivo per cui si vorrebbe ufficializzare, formalizzare questo primato da parte della disciplina più hippie del mondo. La verità è che tra  tutto l’indotto generato dalla cultura del surf, dal turismo, dai musei, dagli eventi, dalla musica, le aree costiere e le spiagge generano ogni anno 1,15 bilioni di dollari che pesano un bel po’ sull’economia.

Il turismo

Ora, quali benefici porterebbe all’economia questa formalizzazione non è ben chiaro, ma è scontato che con questi numeri degli interessi devono esserci. Io spero che a giovarne sia prima di tutto il surf stesso. Nulla rappresenta il California Dreaming meglio del surf: cavalcare le onde e vivere in armonia con le belle spiagge e lo sconfinato oceano del Golden State. Lo stile di vita surfing attrae turisti da tutto il globo e produce più di sei miliardi di dollari in vendite annue, uno stile di vita identitario che contribuisce a rendere lo stato uno dei più ricchi di tutti gli USA.

Il punto è che il surf è già lo sport più californiano che esista e la California è già il paese più surfista che c’è, non si capisce quale sarebbe il motivo per voler a tutti i costi un riconoscimento ufficiale. Il video degli Hanson non è forse già abbastanza? Non bastano tutti i Beach Boys? E Stacy Peralta con gli Z-Boys dove li mettiamo? Ma forse è giusto così, forse sancire questo matrimonio perenne tra una cultura nata underground e la terra che l’ha vista nascere è il doveroso lieto fine. Io sono favorevole.

Però poi voglio che la Bay Area sia dichiarata zona franca, zona indipendente, e che adotti come genere musicale ufficiale quello che hanno inventato le quattro Big Four del Thrash, tre delle quali proprio del sud della California. Slayer, Megadeth e Metallica membri permanenti del consiglio di sicurezza.