La Riserva Naturale Pian di Spagna

C’è un lago delizioso immediatamente a nord del lago di Como, collegato a questo da un breve corso d’acqua che è il fiume Mera, e che si chiama lago di Mezzola. Nell’entroterra, sulla sponda orientale del lago, delimitato a sud da un altro fiume, il famoso fiume Adda affluente del lago di Como, c’è un piano delizioso che si chiama Pian di Spagna e che è ufficialmente riserva naturale.

Circondato dall’acqua e dalle montagne, questo pianoro è un prodigio della natura che è tappa obbligatoria (lo dico io) di chiunque abbia deciso di passare qualche giorno sul lago di Como. Qui improvvisamente la fauna e la flora cambiano in una maniera tutta loro e l’ecosistema sembra trasportarti su un altro pianeta, come se avessi oltrepassato un qualche portale spazio temporale.

Inutile dire che è una di quelle piccole perle nascoste che spesso anche in Italia ignoriamo, ma se parlate con qualcuno di Lecco, o meglio ancora di Colico, scoprirete che la gente del luogo è molto legata a questo spazio verde dove la terra incontra l’acqua dolce. Vi diranno che il nome ha origine storica, di quando c’è stata la dominazione spagnola. A causa della sua posizione strategica per il controllo del lago e dei fiumi navigabili della zona, gli iberici costruirono qui un fortino difensivo di cui oggi però rimangono solo alcuni ruderi. L’area venne anche occupata durante la Grande Guerra, sempre per ragioni di controllo militare.

Il Pian di Spagna appare d’improvviso, a chi sale l’antica strada da Colico, come  un’oasi di montagna. Improvvisamente termina la salita, finisce la fitta foresta di abeti, si apre il cielo e davanti si para una radura sconfinata, incoronata dai picchi delle montagne della Valtellina e della Valchiavenna. L’acqua affiora timida di qua e di là, appare a tratti come le pozzanghere di una palude, l’erba sembra più verde che mai, le ninfee, i gigli, tutto luccica di un colore liquido. Un acquerello della natura.

Al suono dei nostri passi una V di anatre si alza in volo sopra di noi. Il cigno attraversa lo specchio d’acqua lasciando dietro di sé una V di onde appena accennate, poi scompare dietro un mucchio di canne immobili. La volpe appare svelta in cima alla collina, si ferma ad annusare l’aria, c’è odore di neve, poi scompare dietro il crinale. Si sta rannuvolando, meglio affrettarsi a tornare nella civiltà. Ma che bello sapere che esiste un posto del genere!